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Il nostro galateo delle presentazioni

Dare il benvenuto non ci va. Non ci sta.

Usare una formula di saluto che fa buona accoglienza ad un ospite non risponde per più della metà al nostro intento.

Una formula di saluto, sì: non ci si conosce e il saluto è la prima forma di contatto.

Una buona accoglienza, no: non vi stiamo facendo entrare in casa nostra né organizzando un buffet libero ad un’inaugurazione.

Ospite, no: il trattamento sarà certamente cordiale e onesto (!) ma non così formale e di riguardo quanto quello che si assume nei confronti di qualcuno che si fa accomodare nella poltrona più comoda.

 

Ci va invece di salutarvi con un bel ciao e, soprattutto, di presentarci perché fatta eccezione per le mura che hanno ascoltato i discorsi e confronti che abbiamo avuto tra noi in questi recenti mesi passati, non ci siamo ancora fatti conoscere.

Siamo l’Officina della Barbabietola e abbiamo questo bel manifesto che spiega qualcosa di noi.

Stiamo lavorando su un primo progetto e siamo contenti di aver già riscontrato l’entusiasmo di qualcuno che non sia un novello come noi (ma vi diremo di più e di meglio a breve).

Il galateo ammonisce che non si dice “piacere” al momento delle presentazioni perchè non si può sapere se la conoscenza appena fatta si rivelerà essere un piacere o meno. Ed è brutto doversi rimangiare le parole.

Quindi facciamo così: noi ci presentiamo e voi leggeteci, seguiteci, chiedeteci, scriveteci, piacèteci, diteci!

 

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